[TOPIC UNICO] DEL PIERO SUL NUOVO STADIO

Del Piero a 360°

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  1. Iry*delpierina94*
     
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    TORINO, 5 settembre 2011 - Alessandro Del Piero, a Torino ha cambiato più case o stadi?
    «Quattro traslochi, parimerito».

    È sicuro? Delle Alpi, Olimpico e da giovedì l’ultimo nato. Quando lei è arrivato alla Juve, il Comunale era già in disuso.
    «Non per la Primavera. Con la Juve ci ho vinto un campionato nazionale, battemmo il Toro in finale. Qualche migliaio di tifosi, vi raccomando cosa provai all’uscita del tunnel».

    La malia di cinquant’anni di storia del calcio.
    «Quando sei ragazzo non ci pensi, è dopo che cominci a fare i collegamenti».

    Era poco più che un ragazzo quando si cominciò a pensare a uno stadio di proprietà per la Juve. Metà degli anni Novanta.
    «Un cammino lunghissimo, ma ci siamo arrivati. Uno stadio nostro, la novità è tutta lì, in quel nostro. Qualcosa che abbiamo il diritto-dovere di rendere speciale. Come diceva Magic Johnson si gioca per vincere, divertirsi e far divertire. Se riusciremo a fare le tre cose, avremo dato un senso a tanta attesa».

    Al Delle Alpi vi riusciva.
    «Allora speriamo che il nuovo impianto assorba l’energia vincente del vecchio».

    Nient’altro?
    «Non vorrei essere ingeneroso, quasi tutto quello che ho vinto, l’ho vinto al Delle Alpi. Ma quella pista di atletica, otto corsie... Dava un’idea di dispersione, quanta freddezza. Avevamo 40 mila spettatori di media, se li facessimo adesso sarebbe meraviglioso, eppure sembrava poca gente. Penso che con i Mondiali del ‘90 si sia persa un’occasione. Ho vissuto la ristrutturazione del Comunale, il nuovo Olimpico, con grande gioia».

    Nonostante Calciopoli.
    «Guardi che la cavalcata in serie B è stata entusiasmante».

    Il suo primo stadio?
    «L’impianto dell’Ac San Vendemiano. Sulla tribunetta 50-60 persone, quasi tutti genitori. Sembravano tantissimi. Esiste un’età in cui anche un cortile o un garage assomiglia a uno stadio».

    Da tifoso juventino non si è mai spinto fino al Comunale?
    «Mai. Non ne avevamo la possibilità economica e poi sette ore di viaggio, da Padova a Torino, erano troppe per i miei genitori. Loro lavoravano sempre. La domenica tenevamo la radio accesa, mio padre sbrigava certe faccende a casa, io giocavo a pallone. Appena chiamavano il collegamento da Torino, il classico "attenzione Ameri", mi bloccavo. La prima volta che ho seguito la Juve dal vivo è stato a Udine, su invito di Boniperti. Avevo 17 anni».

    Udine, il teatro degli incubi. Lì si sarebbe infortunato al ginocchio.
    «Ma anche lo stadio in cui segnai una doppietta in Nazionale dopo il disastroso Mondiale del ‘98. E poi come dimenticare il 5 maggio? Per noi uno scudetto di spaventosa bellezza. Insomma, croce e delizia».

    Altrove soprattutto adrenalina.
    «Manchester e Madrid, il pubblico in piedi ad applaudirmi, sensazioni forti. Il Camp Nou e il Barcellona condividono la stessa vitalità. E poi Anfield, a Liverpool: nel tunnel vieni sopraffatto dal canto dei tifosi, "You’ll never walk alone". Ci andai a giocare con Capello, impossibile restare indifferenti. Ma l’atmosfera che si respira a Glasgow, l’ho avvertita poche altre volte».

    Nemmeno a Dortmund?
    «Irriconoscibile dopo la ristrutturazione. La curva dei tedeschi non finiva più, sono sempre stati tifosi molto caldi, figurarsi in una semifinale dei Mondiali contro l’Italia».

    La Juve svolta, allineandosi ai grandi club europei. Il calcio italiano resta indietro.
    «E pensare che sono passati appena cinque anni dal successo ai Mondiali. Qualche fuoriclasse lo perdevamo anche allora, penso a Zidane e Ronaldo, ma erano eccezioni e il calcio italiano restava comunque un centro nevralgico. Mi auguro che la Juve possa indicare una strada».

    Qual'è il momento in cui si viene catturati da uno stadio?
    «Quando arrivi. Incroci il flusso dei tifosi, li senti. L’interruttore è già acceso, ma in quel momento ne scatta uno più intenso, che ti fa pensare: ora si comincia».

    Capitano nella nuova casa. È solo per questo che ha rinnovato il contratto con la Juve?
    «Uno dei motivi, non l’unico. Intanto ho deciso di contraccambiare parenti e amici che ultimamente hanno festeggiato i miei record con magliette celebrative. Stavolta le ho fatte preparare io, con le foto dei miei quattro stadi».

    Non la disturberà il pensiero che l’anno zero potrebbe essere anche il suo ultimo a Torino?
    «Non ho ancora deciso se sarà il mio ultimo anno qui, o in assoluto. E comunque non è un pensiero ricorrente. Affronto quotidianamente la vita al 200 per cento, in maniera totale, animale. Tra vent’anni sarò felicissimo di ricordare qualsiasi momento della mia avventura juventina ma dopo di me ci sarà qualcun altro, come c’è stato prima di me. Per questo sono contrario al fatto che venga ritirata la maglia numero 10. Come io sono cresciuto con l’ambizione di indossarla, questa speranza la meritano altri ragazzi».

    Visto come viene trattato Totti dalla nuova dirigenza della Roma?
    «Io e lui non siamo normali, tra virgolette. Se hai un guasto idraulico, chiami il tecnico. Se a Roma succede qualcosa, al centro di questo qualcosa c’è Francesco. Leggo che viene visto come un problema, mi auguro piuttosto che sia la soluzione».

    Conte e il suo 4-2-4 lo saranno per la Juve?
    «Antonio ha idee molto chiare, è un martello. L’impostazione tattica è la base di una squadra ma la differenza la fa l’interpretazione. Se fai tutto giusto non è detto che vinci, se fai tutto sbagliato è sicuro che non vinci».

    Bella massima, ma basterà ad alzare l’asticella?
    «Purché da noi stessi pretendiamo il massimo, non solo in partita, ma ogni giorno. E se il massimo non basta, più del massimo».

    Fonte: La Stampa (articolo a firma di Guido Boffo)
     
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  2. anny95
     
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    io spero solo che ale finisca la sua carriera alla Juve e che questo non sia il suo ultimo anno!!!!...certo poi sarà lui a decidere e io sarò felice della sua scelta :')
     
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  3. zebretta77
     
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    Ciao forum, ecco l'articolo:

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  4. Iry*delpierina94*
     
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    grazie mille :D ho unito le due discussioni ;)
     
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  5. AlexDelPiero6unico
     
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    A me la frase che lascia perplessa è: "Non so se sarà il mio ultimo anno alla Juve o in assoluto"...io la interpreto nel senso che sicuramente non giocherà più nella Juve e il dubbio è se farà un altro anno in un'altra squadra (ovviam all'estero) oppure finire del tutto...
     
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  6. anny95
     
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    infatti anche io con quella frase ho pensato la stessa cosa...oppure può star a significare che lui proprio non ci pensa al suo futuro e che non ha ancora deciso niente: se stare alla juve , smettere, andarsene...insomma a varie possibilità. Io comunque non voglio che Ale se ne vada :unsure: :cry: :broncio:
     
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  7. Iry*delpierina94*
     
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    secondo me questo sarà l'ultimo anno di Ale alla juventus e credo(spero perchè non sopporterei a quel punto di vederlo con un altra maglia) che termini così la sua carriera :( :(
     
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    CITAZIONE (Iry*delpierina94* @ 5/9/2011, 17:46) 
    secondo me questo sarà l'ultimo anno di Ale alla juventus e credo(spero perchè non sopporterei a quel punto di vederlo con un altra maglia) che termini così la sua carriera :( :(

    :quoto.gif:
     
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  9. anny95
     
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    infatti se deve andare in un altra squadra meglio che smetta... :( comunque ragazzi le parole di ale le ho viste scritte in mille modi diversi oggi... per esempio: '' non è il mio ultimo anno, qui o altrove..'' e già le cose cambiano ... così lascia capire che può restare ancora
     
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  10. gabryella
     
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    CITAZIONE
    anny95 Inviato il: 5/9/2011, 22:34 quote

    infatti se deve andare in un altra squadra meglio che smetta...

    Concordo
     
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  11. Alììì*
     
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    CITAZIONE (AlexDelPiero6unico @ 5/9/2011, 16:16) 
    A me la frase che lascia perplessa è: "Non so se sarà il mio ultimo anno alla Juve o in assoluto"...io la interpreto nel senso che sicuramente non giocherà più nella Juve e il dubbio è se farà un altro anno in un'altra squadra (ovviam all'estero) oppure finire del tutto...

    Esatto fede!!! :quoto.gif:
     
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  12. Iry*delpierina94*
     
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    Del Piero: «Il nuovo stadio? Vincente come il Delle Alpi»

    Il capitano della Juve: «È una rivoluzione culturale, sicuramente, è una rivoluzione del mondo calcistico, è un passo delicato, importante, coraggioso. Partirei da queste tre cose, per far sì che diventi una normale attualità per il calcio e gli stadi italiani»
    TORINO, 7 settembre - Del Piero non vede l'ora di giocare nel nuovo stadio. Il capitano della Juve con l'inaugurazione del nuovo impianto taglierà un traguardo particolare. Avrà giocato in quattro stadi diversi con la stessa maglia: Comunale, Olimpico, Delle Alpi e nuovo stadio: "È probabilmente il record più imbattibile di tutti - dice a Sky Sport 24 - quindi simpatico, ma meraviglioso allo stesso tempo, perché ho potuto assaporare in quattro stadi, lo farò nel quarto tra poco, emozioni che nel tempo sono cambiate, ma hanno sempre dei punti di riferimento molto fermi. Soprattutto, ho potuto calcare dei campi che hanno visto giocare tantissimi grandi giocatori quindi, trarre energia da quello, è bellissimo".

    ELKANN E LA MAGLIA - Quando tre anni fa John Elkann ti ha dato il pallone, che a sua volta gli era stato regalato dall’Avvocato, pensavi che l’avresti riconsegnato nel nuovo stadio, da giocatore? Ci speravo, in quel momento lo conservavo con orgoglio, ma sapevo che era un “passamano”. Che effetto ti fa rispetto al vecchio Delle Alpi, che è lo stadio dove hai vinto e segnato di più? "È un piacevole trait d’union, tra quello che è stato il Delle Alpi, uno stadio comunque vincente, molto vincente, per me e per la Juventus, e questo, che ci auguriamo abbia gli stessi successi, se non di più". I primi posti sono a 7 metri dal campo: per l’Italia del calcio è una rivoluzione culturale? "È una rivoluzione culturale, sicuramente, è una rivoluzione del mondo calcistico, è un passo delicato, importante, coraggioso. Partirei da queste tre cose, per far sì che diventi una normale attualità per il calcio e gli stadi italiani". È vero che hai preparato una maglietta per celebrare l’evento dei quattro stadi? "Sì, sarà una maglietta simpatica che regalerò ad amici, parenti, a chi in questi anni mi ha accompagnato in questi quattro stadi". Come te lo immagini il tuo ultimo anno alla Juventus? "Vincente, non vedo alternative".

    tuttosport.com
     
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  13. ilaà93
     
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    Del Piero, 4 stadi in 18 anni
    "Ma questo è rivoluzionario"

    Alla vigilia dell'inaugurazione del nuovo impianto parla il capitano della Juventus: "Il mio è probabilmente il record più imbattibile di tutti, simpatico e meraviglioso. Le prime file a 7 metri dal campo, una rivoluzione culturale per il nostro calcio. Come immagino il mio ultimo anno? Vincente"

    "Comunale, vecchio Delle Alpi, Olimpico e il nuovo stadio: quattro stadi in 18 anni. E' probabilmente il record più imbattibile di tutti, quindi simpatico, ma meraviglioso allo stesso tempo, perché ho potuto assaporare in quattro stadi, lo farò nel quarto tra poco, emozioni che nel tempo sono cambiate, ma hanno sempre dei punti di riferimento molto fermi". A parlare a Sky è il testimone per eccellenza: il capitano della Juventus Alessandro Del Piero, in vista dell'inaugurazione del nuovo stadio della società bianconera, in programma domani sera.

    STADI E LEGGENDE — "Soprattutto, ho potuto calcare dei campi che hanno visto giocare tantissimi grandi giocatori quindi, trarre energia da quello, è bellissimo", racconta il fucoriclasse. "Quando tre anni fa John Elkann mi ha dato il pallone, che a sua volta gli era stato regalato dall'Avvocato, pensavo che l'avrei riconsegnato nel nuovo stadio, da giocatore? Ci speravo, in quel momento lo conservavo con orgoglio, ma sapevo che era un passamano". Spiega Del Piero: "Che effetto mi fa rispetto al vecchio Delle Alpi, che è lo stadio dove ho vinto e segnato di più? Si tratta di un piacevole trait d'union, tra quello che è stato il Delle Alpi, uno stadio comunque vincente, molto vincente, per me e per la Juventus, e questo, che ci auguriamo abbia gli stessi successi, se non di più".
    ANNO VINCENTE — L'impatto con la nuova struttura è emozionante. I primi posti sono infatti a 7 metri dal campo. "E' una rivoluzione culturale, sicuramente, è una rivoluzione del mondo calcistico, è un passo delicato, importante, coraggioso. Partirei da queste tre cose, per far sì che diventi una normale attualità per il calcio e gli stadi italiani. Ho preparato una maglietta per celebrare l'evento dei quattro stadi - rivela Del Piero - sarà una maglietta simpatica che regalerò ad amici, parenti, a chi in questi anni mi ha accompagnato in questi quattro stadi. Come immagino il mio ultimo anno alla Juventus? Vincente, non vedo alternative".

    IN TV — Collegamento su Sky a partire dalle 19 con un ampio prepartita, poi cerimonia inaugurale dalle 20 e alle 21.30 il fischio d'inizio di Juve-Notts County. La cerimonia di inaugurazione sarà trasmessa integralmente su Cielo (canale 126 di Sky; canale 26 Digitale Terrestre Free) a partire dalle 21.


    gazzettadellosport
     
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  14. ilaà93
     
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    Juve day, Del Piero testimonial

    Si alza il sipario sullo Juventus stadium. Questa sera la nuova casa bianconera sarà inaugurata con una cerimonia spettacolare e una partita dal forte retrogusto storico. Se per il presidente Andrea Agnelli l’impianto «darà il via a un nuovo ciclo», per Alessandro Del Piero lo stadio di proprietà sarà la cornice ideale per l’ultimo campionato della sua epopea bianconera. «Sarà una stagione vincente, non vedo alternative», taglia corto il capitano, pronto a scrivere un’altra pagina nel libro dei record bianconeri.
    Oggi, infatti, Del Piero battezzerà il suo quarto prato cittadino in diciannove anni di militanza juventina. Comunale, Delle Alpi, Olimpico e Juve stadium. «Questo probabilmente è il mio primato più imbattibile - spiega ai microfoni di Sky sport - un dato simpatico e allo stesso tempo meraviglioso. Ho calcato i campi sui quali hanno giocato tantissimi grandi calciatori». A proposito, il vecchio Delle Alpi è stato demolito, ma il prato è stato rizollato nella stessa posizione di un tempo: «Mi sembra un bel trait d’union tra ieri e oggi. L’augurio è che il nuovo impianto possa ospitare gli stessi successi, se non di più, di quelli vissuti al Delle Alpi, un luogo di trionfi per me e per la Juventus, un terreno che mi dà grande energia».
    Per caricarsi ulteriormente, prima di scendere in campo alla guida dell’undici che sfiderà il Notts County (terza serie inglese), Del Piero sarà protagonista di un emozionante siparietto con un altro totem bianconero, Giampiero Boniperti. I due, infatti, si siederanno su una panchina speciale - quella che, si dice, fu punto di ritrovo degli studenti del liceo D’Azeglio che fondarono la squadra bianconera – per spiegare cos’è la Juve per loro.
    Sarà uno dei momenti più toccanti per i 40mila spettatori circa che hanno voluto dire «io c’ero». Tra questi, il ministro dell’interno Maroni, gli stati maggiori dello sport italiano (Petrucci, Abete, Macalli), due grandi ex come Lippi e Capello (assente Trapattoni), il ct della Nazionale Prandelli, un nutrito gruppo di dirigenti sportivi (Cairo, Galliani, Percassi, Accornero) e tanti tifosi più o meno vip: Littizzetto, Christillin, Pisu e Placido tra gli altri.
    Cresce l’attesa, sale la febbre da nuovo stadio. Il catino è pronto ad esplodere, a spingere la Juve verso nuovi orizzonti di gloria. «Il nuovo impianto, con gli spalti a sette metri e mezzo dal campo, rappresenta una rivoluzione culturale - conclude Del Piero - un passo delicato, importante, coraggioso». Avanti, allora, la strada è giusta.


    www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=62197
     
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  15. Iry*delpierina94*
     
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    non ci credoooo :wub: :wub: :wub: :wub:
     
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23 replies since 5/9/2011, 12:30   208 views
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