Ma Del Piero non era meglio di Anelka?

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  1. AlexDelPiero6unico
     
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    Ma Del Piero non era meglio di Anelka?

    C'è qualcosa che sfugge nel mercato della Juve, in questa sua affannosa ricerca di un attaccante, che in estate ha portato i bianconeri a rompere la diplomazia con la Fiorentina per il caso Berbatov e in extremis ha finito per consegnare a Conte un giocatore come Bendtner, mai realmente al centro dei pensieri e del gioco dei Campioni d'Italia. Un'affannosa ricerca di un attaccante, che si è ripetuta in questi giorni di gennaio, con tante piste seguite e un obiettivo centrato: quello di Anelka, uno che - per dare la misura della sua "esperienza" - a fine Anni Novanta (verrebbe da dire... nel secolo scorso) fu al centro di una disputa di mercato tra la Juventus di allora e la Lazio di Sergio Cragnotti. Insomma, un acquisto almeno datato e che, nei piani della Juve, dovrebbe portare qualche presenza e qualche gol, da ricambiare con un contratto di sei mesi. Fino a giugno e poi, presumibilmente, le strade si separeranno nuovamente.

    Insomma, il "vecchio" Anelka dovrà star lì, con il suo carattere diciamo così esuberante, a disposizione di Conte. Un acquisto che ci suggerisce una domanda e una riflessione: ma allora, cara Juve, non era meglio, molto meglio, tenersi Del Piero almeno per un altro anno? Sì, perché Alex, nel quadro che si va delineando, anzi che si è delineato da agosto con l'arrivo prima di Bendtner e poi di Anelka, sarebbe stato l'uomo giusto al posto giusto. Un campione ancora integro, capace di essere decisivo nella conquista dello scudetto dello scorso anno, con alcuni gol fondamentali.
    Un campione nel senso pieno della parola, capace di rispettare sempre i ruoli e di far panchina - come è successo nelle recenti stagioni - senza mai fiatare, senza una polemica, senza una parola fuori posto. Un campione che poteva essere e sarebbe stato assolutamente decisivo, anche entrando dalla panchina a venti minuti dalla fine, perché il talento non ha bisogno di essere scaldato. Un campione capace di risolvere qualche partita anche su punizione, in un calcio che ormai si celebra al cinquanta per cento sui calci piazzati. Un campione che conosceva bene il fascino e il peso della Champions League e in alcune partite difficili da sbloccare, con la pressione ed il peso che si avverte in certe situazioni, non avrebbe faticato a metterci le sue spalle larghe e l'esperienza maturata in mille battaglie. Un campione amato dalla gente, che ancora di più avrebbe rappresentato la forte juventinità che giustamente il club rivendica e tiene a mettere sempre in primo piano. Un campione che non sarebbe stato lì a discutere d'ingaggio e avrebbe accettato senza battere ciglio tutte le proposte della società, pur di essere ancora a disposizione della sua amata Juve. Un fuoriclasse che, da Campione del Mondo, non aveva esitato a scendere in serie B, per ricominciare la scalata.

    Insomma, il mercato è curioso e regala storie spesso curiose e spesso inspiegabili. In questo caso, con il massimo rispetto delle scelte della società e di chi è arrivato, sarebbe stato fantastico vedere lì, in panchina, uno come Alex. Ad incitare, a soffrire, a partecipare, a scaldare gli animi. E, all'occorrenza, pronto a fare qualche gol. Perché quella è la sua vita e quella è sempre stata la sua storia.

    Fonte: Repubblica.it
     
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  2. ivy84
     
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    Hanno voluto cacciare un simbolo, un campione, un signore dentro e fuori dal campo. Questo è il prezzo che si paga per la tanta presunzione di agnellino e tutta la sua claque!
     
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1 replies since 31/1/2013, 22:08   19 views
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