Donadoni: «Alex con Cassano, si può»

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  1. Concy10
     
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    Il ct azzurro apre a un’Italia con Del Piero e l’asso della Samp titolari
    « Sì, vedo Alex con Cassano»
    DONADONI: «Possono convivere bene»
    «Ho puntato su entrambi perché non sono egoista... Però va curato il dialogo tattico».
    Dura replica a Inzaghi: «Mai detto che non era in forma. Io lo rispetto, lui rispetti me»




    NOSTRO INVIATO
    VITTORIO OREGGIA
    FIRENZE. Se, come ha raccontato Giorgio Napolitano,
    cioè il Presidente della Repubblica mica uno qualsiasi, Roberto
    Donadoni appartiene alla categoria degli allenatori «dotati di flemma», lo scopriremo solo vivendo l’abbordaggio all’Europeo e i relativi sviluppi sul campo. Di sicuro il ct più asciutto e diretto della storia patria si è voluto complicare l’esistenza inserendo nella lista dei convocati Alessandro
    Del Piero e Antonio Cassano,
    numeri 10 pesanti alla pari del piombo: «Fossi stato egoista, oppure opportunista, avrei evitato di chiamarli, dando continuità alle ultime scelte, ma dal momento che non lo sono eccoli qui...», la confessione al primo giorno di raduno, con il disincanto di un vecchio mestierante, malgrado in realtà sia un novizio delle Grandi Manifestazioni. Anzi, forzando un poco il pensiero, c’è addirittura da lavorare per consolidare una formula che riesca a compenetrare le esigenze della Nazionale e le caratteristiche di entrambi. Perché, in fondo, nulla è impossibile o vietato ai minori. Così, quando gli viene servita la domanda sulla coesistenza tra il Signor Alex e Fantantonio, il tecnico azzurro se ne esce con una risposta destinata a tenere in vita mille supposizioni: «Possono convivere, l’importante è impostare bene il dialogo dal punto di vista tattico», la frase che si presta a mille congetture. Con un rilievo specifico su Cassano («se lo vuole ed è in condizione fisica può occupare qualsiasi posizione in attacco») e un’esortazione per Del Piero («chi è qui ha dato la massima disponibilità, anche al sacrificio... »), in maniera da non portare avanti pericolosi equivoci. L’ipotesi è suggestiva, d’accordo, però scarsamente praticabile. Vedremo in seguito.

    MISSIONARIO Il talento di Barivecchia è arrivato in orario e si è messo a disposizione del gruppo come quegli scolari che, rimediata una nota sul diario, si ripresentano davanti al maestro e ai compagni con esagerata umiltà. Ieri si è chiacchierato soprattutto di lui, nel Centro tecnico federale: «Ma guardate che non è un extraterrestre... E’ solo un ragazzo di 26 anni», la puntualizzazione del ct. Tra i due nelle scorse settimane ci sono state telefonate e contatti: «Innanzitutto, non sono un missionario bensì un allenatore. In secondo luogo, quando ci siamo sentiti mi ha detto: mister, ti fidi? Non la deluderò. Io però l’ho subito stoppato: non devi parlare ma stare ad ascoltare, gli ho risposto. Non è più il periodo di giustificarsi a parole, caso mai di riflettere. Il gruppo è sano e solido, oltre che fondamentale. Cassano non lo vedo come un elemento disgregante», nonostante prima di convocarlo abbia meditato («un quarto d’ora...») a lungo. «Ne ho discusso con i componenti del mio staff e ho maturato un’idea. E’ stata una scelta che mi ha fatto pensare, persino in funzione di me stesso, di ciò che posso dare sotto il profilo professionale e umano. Non ho memoria, cosa dico è frutto della mia schiettezza. Da Antonio mi aspetto un atteggiamento coerente in campo e fuori, ovvero nello spogliatoio e con i compagni. Deve ambientarsi e integrarsi. Non si tratta di una scommessa, no. Sugli uomini non si scommette; la squalifica, giustissima, gli ha fatto capire come ci si comporta...». Il fuoriclasse pugliese è un giocatore duttile, «il guaio nasce quando ci si fossilizza, non quando si è capaci a ricoprire più ruoli». Non è il suo caso, già...
    EQUAZIONEPerò l’Italia comincerà dalla formula che l’ha portata all’Europeo, quattro difensori, tre centrocampisti, due trequartisti larghi e una punta, modificabile all’occorrenza in un elastico 4-2-3-1. Donadoninon intende stravolgere l’impianto tattico a dispetto del fatto che in organico abbia il capocannoniere della Bundesliga ( Toni), del campionato (Del Piero) e il terzo della schiera ( Borriello). Forse nessuna formazione possiede un potenziale di fuoco tanto efficace: «In questa lista infilo pure Di Natale, che a Udine non sfrutta il 4-4-2... L’equazione Toni Del Piero non deve funzionare per forza». Quanto a Pippo Inzaghi, la replica del ct è vibrante: «Non intento alimentare diatribe. E, comunque, non ho mai dichiarato che non era in forma, piuttosto io rispetto lui e lui rispetti me». Il centravanti del Milan non è tra i 24 di Coverciano, che entro mercoledì a mezzogiorno diventeranno 23: «Con Lippi le riserve erano tre, con me ce n’è una sola... Un passo avanti», prova a scherzare. «Ma non sta scritto da nessuna parte che, malgrado non sia inserito nell’elenco ufficiale, non possa venire con noi in Austria», l’eventualità profilata dall’allenatore bergamasco. Chi sarà lo sfortunato? I nomi più gettonati sono quelli di Montolivo, Aquilani e
    Quagliarella.
    IL MASSIMO Non si pone limiti, Donadoni. «Non c’è un traguardo minimo, non appartiene al mio modo di ragionare. C’è il desiderio di arrivare al massimo». E il contratto, appena rinnovato per due anni con clausola rescissoria legata al buonsenso, è un bonus che non aggiunge nulla: «Non è che in questa condizione di tranquillità relativa abbia più motivazioni, sono un professionista e cerco sempre di svolgere al meglio il mio mestiere. I ritiri non mi sono mai piaciuti da calciatore e da ct sono peggio: ci sono mille sfaccettature che pesano». Alla pari del piombo, tipo Del Piero e Cassano, tipo...

    fonte:tuttosport
     
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