L'accusa di Buffon:"Qualcuno camminava"

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  1. Concy10
     
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    La prestazione non convince "Conta la vittoria"
    MARCO ANSALDO, INVIATO A GENOVA
    Nonostante il posto in prima fila, da spettatore non pagante, Gigi Buffon non s’è visto un grande spettacolo: «Non è stata una bella Italia, onestamente - spiega il portiere azzurro -. Forse eravamo un tantino sfilacciati: a volte c’era qualcuno che pressava e altri che camminavano». Non è la prima volta che il numero uno sottolinea gli errori della truppa, come pure fece alle Far Oer. La fascia da capitano, semmai, ne ha accresciuto il senso di responsabilità.

    Nessuno sfogo, sia chiaro, perché le parole escono lisce, senza acuti, ma l’analisi di una serata dritta solo per il risultato. «Rispetto alle nostre tradizioni - aggiunge Buffon - siamo stati meno brillanti, ma questo dipende anche dall’atteggiamento dell’altra squadra. Loro infatti hanno pensato molto a difendersi, fin dall’inizio, e per noi era molto difficile trovare spazi». Così si impacchetta solo il risultato: «Dovevamo vincere e l’abbiamo fatto, ma non è stata una bella Italia. Abbiamo vinto, ma non convinto». La serata di Marassi, però, non cancella l’ottimismo del portiere bianconero, per la qualificazione azzurra agli Europei 2008: «Credo che si possa sperare in questa Georgia, che nella sua storia qualche risultato importante l’ha fatto. E poi, io penso che tra noi, la Francia e la Scozia quelli stiamo meglio noi: perché gli altri hanno partite difficili, o in Ucraina, o in Georgia». Una mano, secondo Buffon, potrebbe arrivare da chi, ieri sera, non c’era: «Penso che gente esperta come Cannavaro, Zambrotta e Del Piero potrà aiutarci in Scozia».

    Non fa festa neppure Fabio Grosso, ritornato al gol: «E’ certo che con la Scozia ci vorrà un’altra Italia. Però stasera (ieri, ndr) non era facile, perché abbiamo trovato molte difficoltà: loro ci aspettavano e non era proprio facile». Lui, dopo qualche infortunio e l’addio all’Inter, s’è ritrovato: «Ma io sono sempre stato lo stesso - continua il difensore del Lione -, quello che gioca da 15 anni». Dall’altra parte della tv, lo difende Fabio Capello: «Hanno solo avuto troppa fretta, perché qui in Italia non c’è mai pazienza».

    Pochi minuti dopo, le parole di Buffon vengono ammorbidite nell’analisi di Roberto Donadoni: «Il risultato mi sta bene - esordisce il ct azzurro - ed è arrivato con una partita a tratti buona. Poi ci sono stati errori, come sempre può accadere. Nella ripresa, per esempio, a tratti abbiamo gestito troppo, senza pigiare sull’acceleratore. Loro, però, hanno continuato a preoccuparsi di difendere e allora non era facile trova gli spazi. Certo, qualche scelta è stata sbagliata, ma sono soddisfatto di quello che abbiamo fatto». Sperando che, mercoledì, la Georgia possa dare una mano, rosicchiando punti alla Scozia: «Se loro giocano con questo atteggiamento - continua Donadoni - non è facile sbloccare il risultato. Certo, però, che se prendono gol mi sembra che davanti abbiamo problemi. Anche se di fronte al proprio pubblico potrebbero avere un atteggiamento diverso». Alla fine, così, la fiducia è soprattutto nei piedi azzurri: «Adesso abbiamo l’amichevole con il Sud Africa, cominciando a prepararci per la partita di Glasgow, cercando anche di recuperare qualche infortunato per presentarci al meglio. Sono sicuro che in Scozia l’Italia si farà valere». Poi, forse riferendosi a Del Piero, conferma che la porta non è chiusa per nessuno, esordi o ritorni che siano: «Non sono prevenuto contro nessuno, e in passato qualcuno è tornato». Sbucato dagli spogliatoi, tocca invece a Pirlo, cioè l’autore della prodezza, spiegare che non si tratta di un falso: «Quella punizione? E’ che io ci provo tante volte, in allenamento. Non è proprio causale, perché quando il pallone gira con quella velocità, la traiettoria può ingannare il portiere».

    Da parte sua, Klaus Toppmoller, ct della Georgia, promette impegno: «Aiuteremo noi l’Italia. Sono sempre stato convinto che Italia e Francia sono quelle che si sarebbero qualificate: ne sono ancor più convinto adesso». E’ convinto pure Cristian Panucci, che si gode la vendetta: «Penso che da qualche anno meritassi la Nazionale, ma prima c’era qualcuno che non mi convocava e, forse, non mi vedeva».

    la stampa
     
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